OMAGGIO A LUCIA TOSO CHINELLATO

OMAGGIO A LUCIA TOSO CHINELLATO

In occasione della sua scomparsa (28.12.2022), riportiamo sul nostro sito un ricordo di Lucia Toso Chinellato (1923-2022), colei che è stata Presidente della nostra Associazione dal 1986 al 1994, per ben tre mandati, nove anni in cui con la sua guida dinamica e “vulcanica”, com’è stata definita, per la ricchezza e varietà delle iniziative proposte, il sodalizio crebbe e si rafforzò, dopo il difficili anni del post-terremoto. 

Per tracciare un quadro bastantemente esaustivo nella stesura di queste righe sono ricorsa al prezioso profilo steso da Ada Manfridi nel volume Gli Amici dei Musei di Udine. Note storiche tra arte e cultura 1968-2000, edito dall’Associazione medesima nel 2007, cui si sono aggiunte alcune considerazioni personali (f.v.).

Lucia Toso Chinellato era subentrata nel 1986 a Vittorio Marangone, primo Presidente degli Amici dei Musei (incarico da lui ricoperto per ben 17 anni), alla guida della nostra Associazione. L’allora Direttore dei Civici Musei, Aldo Rizzi, poco prima di andare in quiescenza, l’aveva scelta per ricoprire questo ruolo a motivo della sua ampia cultura letteraria e artistica, della passione educativa e del suo impegno nel sociale, manifestato fin dagli inizi della sua carriera, quando al suo impegno nella Democrazia Cristiana abbinava la carica di delegata provinciale del Movimento Femminile. Aveva fatto parte dei consigli di amministrazione di vari enti e fu assessore per l’Istituto Provinciale Maternità e Infanzia. Era anche stata Presidente, per la Provincia di Udine, dell’Associazione Nazionale Comunità di Lavoro, poi Consigliere del Comune di Udine dal 1970 al 1985, Assessore per l’Igiene e Sanità, Assessore all’Assistenza (nel difficile periodo dell’emergenza post terremoto 1976) e all’Istruzione. A motivo di quest’ultimo incarico fu impegnata nell’organizzazione delle varie manifestazioni culturali promosse dall’Amministrazione Comunale per le celebrazioni del Millenario di Udine, in cui furono coinvolte varie Istituzioni e Associazioni. Aveva inoltre promosso la costituzione della Civica Scuola per il Teatro in friulano e organizzato importanti iniziative nel settore dello spettacolo. 

S’era spesa per la creazione dell’Università del Friuli, aveva partecipato alla costituzione dell’Università della Terza Età, e promosso e curato la pubblicazione di una Guida di Udine dedicata ai giovani. Ad essi rivolgeva l’opera di sensibilizzazione all’arte, che coltivò con energia durante la Presidenza del nostro sodalizio, in regolari collaborazioni con le scuole medie e superiori udinesi. 

Essenziale è stata infatti la sua dedizione alla scuola: a lungo docente di Storia dell’Arte al Liceo Stellini, in un arco di tempo che va dall’anno scolastico 1964/65 a quello 1988/89. Numerose generazioni di studenti ne ricordano la passione per l’arte e i solidi valori etici con cui ha coniugato l’insegnamento all’impegno per la società civile, dividendosi tra le varie attività con la sua proverbiale generosità, soprattutto dopo aver assunto l’incarico di Assessore alla Cultura del Comune di Udine (con i Sindaci Bruno Cadetto e Angelo Candolini). Noi che l’abbiamo avuta come insegnante abbiamo ricordato spesso, divertiti, la bontà d’animo, la sprezzatura per certi aspetti formali, una sostanziale disinvoltura con gli orari, l’auto decisamente agée che utilizzava e che la rendeva riconoscibilissima in giro per la città, l’alleanza solidissima con la fida Elvina Del Negro, e nondimeno l’eloquio trascinante quando rivelò, a noi allievi appena affacciati al Ginnasio, la sapienza pittorica del grande G.B. Tiepolo, una volta che ci portò in visita alla mitica mostra di Passariano nel 1971. 

Soffermiamoci a questo punto al suo impegno per l’Associazione, a cui si dedicò con la sua proverbiale energia dal 1986. Parte fondamentale del suo operato in tale direzione è stata quella di “affiancare e favorire in ogni modo l’attività culturale programmata dal Museo stesso, anche per mezzo di acquisti e doni”, di collaborare con associazioni culturali locali e transfrontaliere, e di far conoscere più da vicino il patrimonio d’arte cittadino. A suo parere era fondamentale far sentire al pubblico che “i Musei sono luoghi dove si opera per far crescere culturalmente la città, aprendola alla conoscenza e al confronto con ampie, originali ed innovative esperienze”, secondo le sue parole. Erano gli anni in cui le sedi museali attraversavano una fase di criticità (perché molte delle quali non ancora riaperte a seguito dei restauri post-terremoto) e la Presidente sollecitò, per superare l’impasse, un rapporto più stretto tra Civici Musei, Associazione, sodalizi culturali e stampa locale. 

Si registrò però in quel frangente una “congiuntura” favorevole: nel 1987 i Civici Musei ebbero un nuovo Direttore, Giuseppe Bergamini, cui spettò il compito di riorganizzare i Musei stessi e il loro rilancio in un rinnovato rapporto con la città: in questa fase stimolante l’Associazione, con la guida della professoressa Toso Chinellato, intensificò la sua attività di sostegno, affiancamento e mediazione tra l’istituzione e la cittadinanza. Intensa fu l’attività organizzativa, con convegni, conferenze, incontri con artisti, attenzione agli autori emergenti, visite guidate, viaggi d’arte, donazioni e restauri, che proseguirono durante tutti gli anni della sua presidenza. Dal 1993, poi, l’Associazione aderì alla Federazione Italiana degli Amici dei Musei (FIDAM).

Sotto la sua guida, nel novembre 1991, nacque il Bollettino dell’Associazione, con primo Direttore Responsabile Valerio Rossitti, un organo per diffondere la realtà culturale dei musei udinesi ampliandosi a tutto il mondo friulano (Segretaria di Redazione era Cristina Donazzolo Cristante, allora Conservatore dei Civici Musei). Il giornale raccolse ben presto gli appelli rivolti alle autorità competenti per salvare i monumenti udinesi dal degrado e dall’incuria (in primis la Cappella Manin). Un’eredità, questa, che ha lasciato a chi le è subentrato, dato che il giornale da lei avviato, ora diventato Rivista, ha continuato le sue pubblicazioni sino al presente, con la direzione passata a Licio Damiani e ora proseguita dal figlio Stefano.  

Per tutto questo le siamo grati e la terremo sempre presente come un esempio di dedizione nella diffusione e divulgazione dei temi d’arte e cultura: una generosità umana e professionale che può guidarci anche in questi tempi non facili. 

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