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CONFERENZA ARCHITETTO ALESSANDRA QUENDOLO
9 Novembre 2018
L’Associazione Udinese Amici dei Musei e dell’Arte invita soci e simpatizzanti alla conferenza dell’architetto ALESSANDRA QUENDOLO dal titolo:
LA STRATIFICAZIONE DELL’ARCHITETTURA:
PALAZZO ANTONINI A UDINE
E LA LOGGIA DEL CAPITANIATO A VICENZA.
Interventi di restauro di edifici palladiani
fra conservazione della «traccia» e percezione dell’«aura»
L’incontro si terrà venerdì 9 novembre alle ore 17, nel Salone d’onore “G. Pelizzo” di Palazzo Mantica, sede della Società Filologica Friulana in via Manin 18.
Ingresso libero sino a esaurimento posti
Con i più cordiali saluti,
Francesca Venuto – Presidente dell’Associazione
LA STRATIFICAZIONE DELL’ARCHITETTURA: PALAZZO ANTONINI
A UDINE E LA LOGGIA DEL CAPITANIATO A VICENZA.
Interventi di restauro di edifici palladiani
fra conservazione della «traccia» e percezione dell’«aura»
Arch. Alessandra Quendolo, Dip. Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica, Univ.di Trento
L’intervento presenta due casi di intervento di conservazione delle superfici dell’architettura: il primo, riferito a Palazzo Antonini a Udine opera di Andrea Palladio, illustra alcune fasi della conoscenza della stratificazione degli intonaci delle facciate e il relativo intervento di conservazione; il secondo, riferito alla Loggia del Capitaniato a Vicenza, tratta principalmente gli aspetti conoscitivi preliminari all’intervento di conservazione. La conoscenza delle facciate di Palazzo Antonini a Udine e della Loggia del Capitaniato a Vicenza ha comportato un percorso articolato sullo studio delle fonti scritte e sul rilievo stratigrafico delle superfici; studio finalizzato alla decifrazione del complesso insieme di tracce presenti sulle facciate stesse e alla conoscenza delle condizioni di degrado. Un dato fondamentale dell’approccio analitico è il riconoscere la facciata come una “fonte” per la conoscenza, che è conoscenza dei segni culturali – intesi come quel complesso di tracce che testimoniano la cultura costruttiva propria dell’uomo – e dei segni naturali legati alla trasformazione che nel tempo la materia subisce in relazione all’interazione con l’ambiente. Questa fase di studio ha consentito da un lato la conoscenza in sé dei materiali impiegati nel corso del tempo e della logica con la quale si sono succeduti, ad esempio, i diversi interventi di manutenzione; dall’altro una progressiva ricerca di senso per la definizione delle scelte progettuali relative al destino del complesso di segni rilevati, nella consapevolezza della provvisorietà e della non esaustività della conoscenza stessa; ricerca che si colloca all’interno di un progetto la cui “filosofia” è orientata alla riduzione degli effetti del degrado e alla conservazione della complessità delle tracce attualmente presenti sulle facciate.
Alessandra Quendolo si è laureata a pieni voti (e lode) in Architettura allo IUAV di Venezia, presso il Dipartimento di Scienza e Tecnica del Restauro Architettonico (tesi dal titolo: Possibili apporti della lettura stratigrafica al Restauro Architettonico: osservazioni sui casi del Duomo dei SS. Maria e Donato a Murano, del Ponte Pietra a Verona, del Duomo di S. Andrea a Venzone, relatore prof. arch. Francesco Doglioni). Dottore di Ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici (Politecnico di Milano) (tesi: Riflessioni sul concetto di autenticità nell’ambito dell’attuale dibattito sul restauro architettonico, tutor prof. arch. Amedeo Bellini), dal 2001 ha svolto attività didattica e di ricerca nell’ambito del restauro architettonico (Politecnico di Milano, Università di Ferrara, IUAV di Venezia), dal 2012 è professore associato di Restauro Architettonico presso l’Università degli Studi di Trento nel Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica.
Dal 1993 fa parte dell’Istituto Italiano dei Castelli (presidente di sezione FVG dal 2005 al 2013). Ha organizzato per conto dell’Istituto numerosi convegni e curato la pubblicazione di libri; fra questi: “Paesaggi di Guerra. Memoria e Progetto”, Udine, Gaspari Editore, 2014 e Restauri di castelli. Volume I, Udine, P. Gaspari Editore, 2003. Dal 2001 fa parte della redazione della rivista “Archeologia dell’Architettura”, Firenze. E’ autore di numerose pubblicazioni sugli aspetti storico-critici della disciplina, sui caratteri costruttivi dell’architettura e sulla diagnostica ATTIVITA’ PER L’UNESCO – Ha fatto parte del gruppo di coordinamento scientifico della Candidatura UNESCO: “Italia Langobardorum. I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 D.C.)” riconosciuta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Redazione del Dossier Scientifico e del Piano di Gestione. Responsabile della stesura del Dossier Scientifico di Candidatura UNESCO per la città fortificata di Palmanova (UD): “Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo”. Redazione del Dossier Scientifico e del Piano di Gestione. RICOSTRUZIONE DOPO IL TERREMOTO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: IL DUOMO DI VENZONE Dal 1989, ancora studente, fino al 1997, ha collaborato con gli architetti Francesco Doglioni e Alba Bellina al completamento esecutivo del Progetto di Restauro e Ricomposizione del Duomo di Venzone. Ha seguendo la fase di riconoscimento della collocazione delle pietre del Duomo prima del crollo (anastilosi), la progettazione esecutiva della ricomposizione e tutta la fase del cantiere. CASTELLO DI GEMONA – Nel 1998 cura la catalogazione e ricomposizione del materiale lapideo recuperato dal crollo del Castello di Gemona, in collaborazione con l’arch. Alba Bellina. ABBAZIA DI S. GALLO A MOGGIO – Nel 2004 redige il progetto per il “restauro, consolidamento e costruzione della nuova sacristia dell’abbazia di S.Gallo a Moggio Udinese. PROGETTI DI RESTAURO ARCHITETTONICO: Fra i diversi progetti realizzati, si citano alcuni casi, oggetto di pubblicazione, di citazioni in testi di settore e di presentazione a convegni di settore: Palazzo Corner la ca’ Granda di Venezia, opera del Sansovino. Facciate di Palazzo Antonini a Udine, opera di Andrea Palladio. Cinta fortificata del Castello di Gorizia e castello. Loggia del Palladio a Vicenza. Mura medievali della cinta fortificata di Cividale del Friuli. Ruderi del castello di Manzano. Convento di Santa Maria in Valle e Tempietto Longobardo a Cividale.